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Lo so, avete acquistato da poco il vostro primo acquario e già cominciate a pensare o a chiedervi se il filtro che state utilizzando è quello giusto, oppure se occorre migliorarlo, sostituirlo, cambiarlo. Il filtro nell’acquario d’acqua dolce come deve essere?

Beh, se queste sono le vostre domande, o anche solo se volete saperne qualche cosa di più siete arrivati nel posto giusto.
Alla fine tutti gli acquariofili che si rispettino queste domande se le sono fatte. Spesso per noi che abbiamo il vizio della vasca, si parte con qualche piccolo pesce rosso, “perché l’acquario tropicale è troppo difficile da gestire” oppure “perché costa troppo e poi i pesci rossi sono più semplici”. Quindi ecco comparire la prima vaschetta col pesce rosso (di loro poi ne parleremo a parte!). Ma dopo la prima settimane e i continui cambi d’acqua ecco spuntare l’idea: ma se metto un filtro, forse semplifico tutto! Ma cosa scelgo?

A cosa serve il filtro nell’acquario d’acqua dolce

Per rispondere a queste domande occorre dare come premessa qualche spiegazione, che tornerà poi utile per la scelta del filtro. Ma per scegliere al meglio occorre essere consapevoli della sua funzione.
Cominciamo quindi col dire che il filtro non è solo una buona idea, ma è un componente fondamentale e indispensabile per la buona conduzione di un acquario, sia esso tropicale o di acqua fredda, o anche semplicemente con pesci rossi… grandi nuotatori ma anche grandi sporcaccioni….

Si perché la premessa è questa: gli animali presenti in acquario, luogo confinato, sporcano, in questo caso sporcano l’acqua che è il loro ambiente di vita. Ma al contrario degli uomini l’ambiente lo sporcano perché fa parte del proprio ciclo biologico: gli animali mangiano per nutrirsi e successivamente eliminano i propri escrementi nell’ambiente (acqua) come richiesto in natura. Ma in natura l’ambiente non è confinato, quindi o si pensa di sostituire continuamente l’acqua per mantenere un ambiente pulito per i nostri amici con le pinne, oppure bisogna cercare un rimedio differente, un filtro appunto.

Il ciclo dell’azoto

Gli scarti biologici liberati in acqua sono soggetti ad un processo chimico di decomposizione che è parte di un processo chimico più complesso chiamato ciclo dell’azoto (per alcuni approfondimenti vedi: “Ciclo dell’azoto”, Wikipedia;  “Ciclo dell’azoto”, acquariofilia consapevole). Questo processo chimico avviene comunque in acquario liberando sostanze chimiche in acqua, sostanze che sono in larga parte molto inquinanti e spesso tossiche per gli ospiti della vasca, al punto da avvelenarli e ucciderli.
In natura a risolvere il problema ci pensa l’ambiente: in questo caso parliamo di rifiuti organici, quindi biodegradabili. Il continuo ricambio d’acqua, nei fiumi o nei laghi, aiuta a disperdere le sostanze tossiche. Inoltre molte di queste vengono consumate da altre forme di vita, fino a farle scomparire completamente (la natura è portentosa).

Detto questo la soluzione per il nostro acquario appare quasi ovvia: dobbiamo cercare di riportare ciò che avviene in natura nella vasca, in un ambiente chiuso. Ecco allora a cosa serve il filtro.

Ma come funziona il filtro nell’acquario d’acqua dolce

La filtrazione base in acquario, anche nella vaschetta del pesce rosso, può essere costituita da un piccolo filtro con spugna. Parliamo fondamentalmente di una pompa che solitamente si attacca a bordo vasca. Una volta messa in funzione questa aspira l’acqua facendole attraversare la spugna e rimettendola in vasca ripulita. Ma questo primo processo di filtrazione è prevalentemente meccanico. La sporcizia libera in acqua viene catturata dalla spugna in base alle proprie dimensioni. E’ facile comprendere che le sostanze microscopiche inquinanti siano talmente piccole da passare incolumi attraverso la spugna.

Certo questo primo stadio di filtrazione è utile comunque. Meglio di niente. In particolare è funzionale in vasche di dimensioni ridotte.
Ma se si vogliono ottenere risultati migliori occorre introdurre nel processo di filtrazione la componente biologica. Molte sostanze chimiche vengono consumate e trasformate in altre sostanze da batteri, presenti nell’ambiente acquatico. Questi batteri necessitano di un substrato da popolare, dove annidarsi e vivere. Per questo, per favorire la proliferazione di questi batteri “buoni” all’interno dell’ambiente acquatico, si inseriscono nel filtro diverse tipologie di substrati, generalmente ad alta porosità, proprio per favorire il popolamento e la proliferazione batterica.

Materiali filtranti

Il più comune e anche il più diffuso è il cilindro ceramico o cannolicchio (nel gergo acquariofilo).
Nei filtri più strutturati quindi, oltre alla spugna sono presenti numerosi cannolicchi. Questi, una volta popolati adeguatamente forniscono il supporto biologico alla filtrazione dell’acqua.

Ecco quindi che abbiamo introdotto nel nostro acquario un filtro ad azione meccanica e biologica. Normalmente questi filtri, disponibili in diversi formati e tipi, fanno in modo che

Schema di funzionamento di un filtro interno per acquario

l’acqua segua un preciso percorso prima di essere rimessa in vasca: normalmente per prima cosa attraversa la spugna, per liberarsi di tutti gli inquinanti di dimensioni grosse; attraversata la spugna passa tra i cannolicchi per la filtrazione biologica e quindi viene rimessa in vasca.

A questi filtri, nella maggior parte dei casi, è possibile aggiungere particolari materiali adsorbenti, naturali o sintetici, da utilizzare specificatamente in particolari situazioni. Tra questi materiali quello sicuramente più noto è il carbone attivo, ma non è sicuramente l’unico. Questi materiali hanno un’azione chimica sull’acqua perché sono solitamente utilizzati per catturare elementi chimici disciolti.
Il carbone attivo ad esempio è utile alla rimozione di farmaci disciolti in acqua nel corso di trattamenti specifici.
Esistono resine sintetiche adsorbenti specificamente realizzate per legarsi ed eliminare nitrati o fosfati, e così via.

Come scelgo il filtro per il mio acquario?

Bene, ora che siamo meglio informati sulle funzionalità dei filtri per acquario e dei materiali filtranti, possiamo sicuramente fare una scelta più calzante ed appropriata. Naturalmente a comandare sarà la vasca che voglio realizzare. Sempre valutare prima l’obiettivo da raggiungere. Una volta individuato quello sarà più semplice acquistare i prodotti adatti senza correre il rischio di buttare soldi dalla finestra.
Potremmo a questo punto decidere se acquistare un filtro interno oppure esterno, se acquistare un filtro ad aria oppure meccanico/biologico/chimico, di quali dimensioni e portata dovrà essere il filtro in questione, quei materiali filtranti sono i più adatti per il nostro scopo.

Insomma una scelta più consapevole è sicuramente una scelta migliore.
Tenete conto che a livello di funzionalità di filtrazione non ci sono differenze significative tra un filtro interno ed esterno, se non l’ingombro in vasca e, in taluni casi, la difficoltà/semplicità di manutenzione e pulizia. In questo caso quindi potrò essere importante, per indirizzare la scelta, l’estetica della vasca, la possibilità di farvi entrare dei tubi dall’esterno (requisito indispensabile se si pensa a un filtro interno), piuttosto che lo spazio stesso intorno alla vasca, visto che il filtro esterno da qualche parte deve essere appoggiato. Un filtro ad aria invece potrà essere ad esempio perfetto per vasche di avannotti o di riproduzione, oppure ancora per vasche con cardine o altri piccoli crostacei.

Conclusioni

A questo punto sono certo che la scelta del filtro più adatto non sarà più un problema. E in tutti i casi ricordate che noi siamo sempre a vostra disposizione per darvi consigli e suggerimenti: basta chiedere!

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